Martedì 7 marzo 2023 al Tribunale di Bologna si terrà la prima udienza del processo penale a Massimo, Isa e Thomas per aver “imbrattato in più punti i muri di contenimento posti lungo la Strada provinciale 324, vergandovi scritte […] in concorso tra loro e con più condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso”.
I fatti risalgono al 20 ottobre 2020, in comune di Lizzano in Belvedere e Gaggio Montano. Ma in quei “fatti” c’è qualcosa che,
forse, per la “giustizia” è indifferente, e che invece per noi è determinante, e cioè il contenuto di quelle scritte. Le scritte erano
contro la nuova seggiovia del Corno alle Scale e la brutale “infrastrutturazione” della montagna bolognese promossa dalle
istituzioni locali e regionali. I muri di calcestruzzo della
provinciale, tutt’altro che imbrattati e anzi semmai abbelliti dalle
lettere, hanno preso la parola per dire:
NO ALLA SEGGIOVIA: L’APPENNINO HA BISOGNO D’ALTRO
PIÙ MUCCHE AL PASCOLO
AGRICOLTURA SOSTENIBILE PER TUTTI E TUTTE
Intanto, è storia nota, soldi pubblici (i nostri soldi, i soldi di te
che leggi questo comunicato) piovono sulla montagna bolognese per farne un parco per turismo mordi-e-fuggi e per finanziare fonti
d’inquinamento e rapina d’acqua come sono gli impianti per la neve
artificiale. Soldi che abbiamo già pagato o che dovremo ripagare (come quelli del Pnrr); soldi che potrebbero far gola anche alla criminalità organizzata, come ipotizza una recente inchiesta giornalistica (Ipossia montana). E tutto questo mentre gli ospedali pubblici della montagna, costruiti da pochi anni, chiudono un reparto dopo l’altro, mentre ci sono frazioni senza servizi fognari, mentre il territorio, sì anche quello montano!, è a rischio siccità.
Tutto ciò è perfettamente legale, anzi le istituzioni locali e
regionali fanno gran vanto delle devastanti intraprese che promuovono; mentre fare scritte sui muri per contrastarle è penale; è un “disegno criminoso”. Non ci rassegniamo a questo mondo alla rovescia; e vogliamo dirlo anche con la nostra presenza solidale dove si celebrerà il processo che non dovrebbe neppure esistere! E dunque: raggiungici al presidio davanti al Tribunale di Bologna – polo penale, via D’Azeglio 56, martedì 7 marzo 2023 dalle ore 9.00.